Il termine “sexting” deriva dall’incontro delle parole inglesi sex (sesso) e texting (inviare testi) e si concretizza nell’ invio/condivisione di messaggi, immagini, video di natura esplicitamente sessuale, in cui i protagonisti sono gli interlocutori stessi.
Frequentemente lo scambio avviene tramite smartphone, chat, social media e posta elettronica.
Nella società odierna, in cui si vive costantemente “interconnessi”, si presenta come una pratica diffusa e abituale, che coinvolge sia adulti che adolescenti.
Perché si fa “sexting”?
Il sexting non va etichettato come una pratica esclusivamente negativa.
Farlo può essere divertente soprattutto all’interno di una coppia consolidata che lo sperimenta per:
- la voglia e il piacere di amoreggiare in maniera più spinta;
- riattivare/mantenere vivo il rapporto e la curiosità, dopo anni e anni di relazione;
- incontrarsi sessualmente, dato che, a causa della distanza fisica, non si ha altro modo.
Nelle coppie di recente formazione può configurarsi come una sorta di “preliminare” all’incontro “fisico” vero e proprio, in quanto permette di controllare e gestire meglio l’ansia legata al primo incontro.
Il “sexting” può, di contro, essere usato impropriamente, soprattutto dai giovani, che spesso svincolano tale pratica dalla relazione sentimentale e, addirittura, la esercitano in assenza di un vero desiderio sentimentale/sessuale, ricorrendo ad essa come mezzo per procurarsi gratificazioni momentanee e illusorie ovvero:
- desiderio di apparire, esibirsi e piacere a tutti i costi;
- stare al centro dell’attenzione;
- strumento di potere, di controllo, di gestione dell’altro/a.
In entrambi casi è necessario essere consapevoli che fare “sexting” espone a diversi rischi.
Quali sono i rischi del sexting?
I rischi sono principalmente legati al fatto che immagini/video possono essere inviate ad altre persone, senza il consenso degli interessati. L’invio viene messo in atto per diversi motivi:
- esibire la conquista come un trofeo;
- vantarsi con gli amici;
- cercare consensi;
- danneggiare l’ex partner (porno-vendetta) dopo la separazione;
- estorsione sessuale, ovvero minaccia di diffondere il contenuto intimo in cambio di soldi o altro;
- cyberbullismo.
Cosa fare per tutelarsi: ecco alcuni consigli
- Modificare spesso le password degli account personali e controllare le impostazioni di privacy;
- non interagire sui social con persone sconosciute;
- fare uno “screenshot” dei post o messaggi ritenuti offensivi;
- bloccare gli account che inviano contenuti sgradevoli;
- copiare il link completo del profilo di chi utilizza impropriamente un’immagine, operazione necessaria per poter procedere alla denuncia;
- fare “sexting” soltanto con persone di cui ci si fida e smettere di farlo di fronte al minimo dubbio sull’affidabilità del partner, non prima di essersi assicurati che quest’ultimo/a abbia cancellato tutte le foto/video;
- non fare “sexting” se non è gradito, il consenso deve essere condiviso;
- sentirsi liberi di ritirarsi in qualsiasi momento da questo particolare momento di condivisione sessuale;
- inviare esclusivamente foto/video in cui il proprio volto non viene mostrato;
- non mostrare tratti riconoscibili, come i nei o i tatuaggi;
- non conservare le foto contenenti immagini “hot” sul proprio dispositivo, potrebbe finire nelle mani sbagliate;
- segnalare immediatamente al gestore del sito la diffusione di un contenuto privato, avvenuto senza il proprio consenso.
Di fronte alla diffusione di proprie immagini e video on-line è di fondamentale importanza chiedere aiuto a professionisti esperti, anche solo per avere un consiglio.
Dott.ssa Rosalia Crivello