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La comunicazione nella coppia: come migliorare le abilità espressive e di ascolto.

La relazione di coppia rappresenta uno degli ambiti in cui le persone si realizzano e cercano gratificazione. 

I motivi per cui, in alcuni casi, il senso di soddisfazione tra i partner si indebolisce sono diversi. Alcuni, tra i più comuni, riguardano le difficoltà comunicative, l’assenza di condivisione, il venir meno della fiducia e del rispetto reciproci.  

Una comunicazione efficace, tra le variabili sopra elencate, rappresenta il cardine per un buon funzionamento della coppia, in quanto tra ciò che si esprime e i comportamenti che ne seguono si innescano dei circoli di reciproco condizionamento.

Comunicare è un processo di interazione sociale che permette uno scambio di informazioni, conoscenze, bisogni, desideri, emozioni, tra persone, in un determinato contesto situazionale.

Il codice comunicativo, impiegato nello scambio, può essere:

  • verbale, quando il messaggio viene trasmesso attraverso le parole, espresse oralmente o per iscritto;
  • non verbale, quando la trasmissione avviene per mezzo del corpo, ed è individuabile nella mimica facciale, nella postura, nella prossemica, ma anche nel tono e nell’intensità della voce.

Per migliorare le abilità comunicative, rispetto al livello verbale, è necessario che, a turno, i partner modifichino il proprio modo di esprimersi e mettano in atto un ascolto attento e partecipato.

Ecco dunque, tra le tante, alcune strategie che possono favorire la gestione della comunicazione verbale in coppia:

Per chi parla:

  1. scegli il momento giusto per avviare la conversazione, per permettere all’altro di essere disponibile all’ascolto;
  2. parla soggettivamente, dunque non iniziare un discorso con “tu” bensì con “io”;
  3. esprimi in modo appropriato le emozioni e i pensieri;
  4. affronta un problema specifico, non generalizzare;
  5. non citare luoghi comuni.

Per chi ascolta:

  1. non interrompere;
  2. mantieni il contatto visivo;
  3. non pianificare la risposta ma ascolta con attenzione;
  4. sintonizzati con l’emozione dell’interlocutore;
  5. fornisci un feedback che faccia sentire l’altro compreso e accettato.

Una modalità più efficace di comunicazione promuove la consapevolezza delle reciproche differenze, consente di immedesimarsi nella posizione del partner (anche se non condivisa), alimenta la costruzione di un rapporto di reciproca e profonda conoscenza, migliora il benessere di coppia.  

Bibliografia

Worrel M. (2018). La terapia cognitivo-comportamentale di coppia. Milano. Franco Angeli.

Amati M. (2021). La comunicazione nella coppia. Independently Published.

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Satiriasi: l’ipersessualità al maschile

Il termine, che deriva dalla figura del satiro della mitologia greca, noto per l’esaltazione morbosa della sessualità, veniva impiegato in passato, nella storia della medicina, per indicare l’intensa ed eccessivamente frequente attività erotica praticata da individui di sesso maschile. Ninfomania, era il corrispettivo femminile.

Entrambi i termini sono stati inglobati dalla locuzione ipersessualità (maschile o femminile).

Chi soffre di questa condizione patologica:

  • sente continuamente l’impulso irrefrenabile di avere rapporti sessuali, con qualsiasi persona e in qualsiasi luogo;
  • attua comportamenti esibizionistici (mostra i genitali a sconosciuti) e/o voyeuristici (spia persone impegnate in attività sessuali);
  • pratica una masturbazione di tipo compulsivo, corredata spesso da uso continuo di materiale pornografico;
  • può avere difficoltà relazionali/sociali;
  • può sviluppare disfunzioni sessuali (eiaculazione precoce o ritardata, disfunzione erettile, disturbo del desiderio).

L’ipersessualità può essere considerata come:

  • una vera e propria dipendenza comportamentale (sex addiction), in cui l’oggetto della dipendenza è il sesso;
  • come risposta a stati d’animo spiacevoli (ansia, tristezza, pensieri ossessivi).

In ogni caso, è l’espressione di un profondo disagio psicologico dell’individuo che va identificato e risolto attraverso percorsi di psicoterapia.

PER APPROFONDIRE

Wikipedia.org

Ayzad (2015). Il dizionario del sesso insolito.

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Gioco di ruolo: ogni volta un’identità diversa

La fantasia è un ingrediente importante nella vita sessuale della coppia, e può esprimersi in diversi modi.

Uno di questi è rappresentato dal “gioco di ruolo”, un gioco erotico per mezzo del quale i partner, durante l’attività sessuale, creano trame e scenari in cui interpretano ruoli ben definiti.

Il gioco può concretamente richiedere un outfit specifico, legato al ruolo che si interpreta, o essere gestito esclusivamente attraverso la descrizione della situazione, che veicolata per mezzo del linguaggio verbale incentiva l’immaginazione.  

Tra i ruoli più noti:

  • personal trainer e cliente
  • medico e paziente
  • dirigente e impiegato/a

Incarnare, anche se per poco tempo, identità diverse può essere molto eccitante e rendere più frizzante la relazione di coppia.

Ogni persona, in genere, predilige “ruoli” o trame diverse. Diventa fondamentale trovare un compromesso che soddisfi entrambi i partner. 

Le opzioni sono tantissime ma è fondamentale ricordarsi che, per divertirsi insieme, il consenso e la comunicazione sono imprescindibili e che il gioco avviato, se genera disagio, può essere interrotto in qualsiasi momento.

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Feticismo: l’ esclusività del desiderio.

Il termine feticcio deriva dalla parola fetisio, coniata nel 1400 dai coloni portoghesi per indicare oggetti inanimati che venivano adorati.

Successivamente, Freud, impiegò il termine per descrivere una perversione sessuale, rispetto alla quale l’obiettivo del desiderio/eccitazione non è la persona nella sua totalità bensì  un oggetto inanimato, o una parte del corpo specifica non genitale.

Generalmente, alcune parti del corpo possono essere motivo di maggiore attenzione durante l’incontro erotico, a patto che non si crei dipendenza da esse. Allo stesso modo oggetti inanimati possono essere inclusi nel rapporto, per vivere la sessualità in maniera ludica e creativa, senza che ciò non implichi un uso ricorrente, ripetitivo e necessario degli oggetti stessi.

La condizione si può definire patologica, identificata dal DSM-5 come “Disturbo feticistico”, quando la specifica parte del corpo o l’oggetto inanimato diventano indispensabili per dare l’avvio al coito.

La conseguenza più evidente è l’incapacità di funzionare sessualmente quando “il feticcio” non è disponibile.

Gli oggetti-feticcio più comuni sono:

  • biancheria intima
  • scarpe
  • articoli di gomma
  • indumenti di pelle
  • specifiche parti del corpo (piedi, dita e capelli).

Il soggetto affetto da “Disturbo feticistico” non sempre ne è consapevole ma pensa che la sua modalità di approccio, all’esperienza intima, sia semplicemente una preferenza sessuale.

BIBLIOGRAFIA

American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Association.

Simonelli, Petruccelli, Vizzari (2020). Le perversioni sessuali. Global Print. Milano

Freud, S. (1905), Tre saggi sulla teoria sessuale, in Opere, tr.it. vol. 4

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Eiaculazione ritardata: il tempo che non scorre

L’eiaculazione ritardata è una condizione, rara, in cui “in tutti o quasi tutti i rapporti sessuali, senza che il ritardo sia intenzionale, si verifica un marcato ritardo dell’eiaculazione[1]. In alcuni casi si verifica anche la totale assenza di eiaculazione, definita aneiaculazione.

Il soggetto, dunque, reagisce agli stimoli erotici mantenendo integro il desiderio, e la successiva fase di eccitazione, ma riuscirà ad eiaculare dopo un tempo molto lungo (o mai), nonostante l’impellente desiderio di avere un orgasmo.

L’eiaculazione ritardata può presentarsi in occasione delle prime esperienze sessuali, e costituire una condizione permanente, o può svilupparsi dopo un periodo di funzionamento sessuale relativamente normale.

Le determinanti mediche che causano tale disfunzione sessuale sono da individuare in patologie neurologiche degenerative (es. sclerosi multipla), malattie endocrine (es. diabete mellito), patologie prostatiche, danni conseguenti a interventi chirurgici, “effetti collaterali di farmaci antipertensivi, antipsicotici e antidepressivi[2].

Tra le cause psicologiche troviamo generalmente un’eccessiva tendenza al controllo, un cattivo rapporto con il proprio corpo, eventi traumatici collegati al sesso, timore del concepimento.

Il ritardo eccessivo del riflesso eiaculatorio può generare conseguenze spiacevoli, tra cui:

  • elevati livelli di stress;
  • conflitti di coppia;
  • scarsa soddisfazione sessuale;
  • alti livelli di ansia prima dei rapporti sessuali.

Chiedere aiuto a professionisti esperti è fondamentale per valutare la storia del sintomo, le eventuali cause e per individuare il trattamento più adeguato.


[1] American Psychiatric Association(2014). DSM-5. Raffaello Cortina Editore. Milano

[2] Jannini, Lenzi, Maggi (2013). Sessuologia medica. LSWR. Milano

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Dispareunia: il dolore che attenua il piacere.

Il termine dispareunia definisce un disturbo sessuale caratterizzato da “persistente o ricorrente dolore genitale durante i tentativi di penetrazione o durante la penetrazione completa vaginale nel rapporto sessuale”.[1]

E’ una condizione che può riguardare sia uomini che donne ma che interessa in maggior misura il sesso femminile.

Si può distinguere in base:

alla zona in cui si avverte dolore:

  • superficiale, quando la sensazione dolorosa si verifica all’inizio del rapporto, in corrispondenza dell’orifizio vaginale
  • profonda, quando il dolore è percepito nella vagina posteriore, in seguito a penetrazione completa;
  • mista, che comprende entrambe le precedenti

al tempo d’insorgenza:

  • primaria, se il dolore è presente fin dall’inizio dell’attività sessuale
  • secondaria, se la condizione dolorosa si presenta dopo un periodo di attività sessuale in assenza di dolore

alle caratteristiche:  

  • generalizzata, non dipendente da partner o circostanze
  • situazionale, solo in determinati contesti e/o con alcuni, o anche con un solo, partner.

Le cause sono numerose e di diversa natura. Eccone alcune:

  • biologiche: infettive, ormonali, muscolari, vascolari, chirurgiche, fibromi, endometriosi, malattia infiammatoria pelvica
  • psicosessuali: fobia del dolore, ansia, traumi legati ad abusi sessuali
  • relazionali (che peggiorano la condizione dolorosa): scarsa abilità sessuale del partner, dissidi coniugali, dimensioni anatomiche genitali poco compatibili.

Al primo cenno di dolore è opportuno rivolgersi ai professionisti del settore, (ginecologo, urologo, sessuologo, psicologo, psicoterapeuta) al fine di individuarne l’origine e procedere con le cure più appropriate.


[1] Jannini, Lenzi, Maggi (2013). Sessuologia medica. LSWR S.r.l. Milano.

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Criofilìa: freddo, che passione

Crio, primo elemento di parole composte, deriva dal greco κρύος e significa “freddo, gelo”[1].

Filìa, secondo elemento di parole composte, deriva dal greco ϕιλία e indica “amore, amicizia” o anche “tendenza, affinità”[2].

In biologia, per fare un esempio, il lemma criofilo descrive organismi che prediligono temperature basse o rigide.

Rispetto alla sessualità, il termine criofilìa viene impiegato per segnalare “la passione per giochi che coinvolgono il freddo”[3], ben inteso giochi erotici.

I cubetti di ghiaccio, dunque, entrano in camera da letto e diventano un accessorio per stimolarsi vicendevolmente, in un percorso erotico che lambisce ogni centimetro di pelle.

Gli ice cubes oltre a rendere frizzante l’incontro sessuale, “prolungano la capacità di trattenere l’orgasmo”[4], intensificano l’eccitazione e amplificano piacere reciproco.

Ottima alternativa all’aria condizionata, quando le temperature sono afose!


[1] https://www.treccani.it/vocabolario/crio/

[2] https://www.treccani.it/vocabolario/filia/

[3] Ayzad (2009). Il dizionario del sesso insolito. Castelvecchi editore.

[4] https://www.menshealth.it/usa-il-ghiaccio-per-scaldare-le-tue-serate-ndash-33-menshealth-5974

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Bundling: amiamoci ma non tocchiamoci.

Il termine bundling viene impiegato, nel campo della sessualità, per spiegare una consuetudine curiosa ossia condividere lo stesso letto “completamente vestiti, senza toccarsi e separati da un’asse”[1].

L’asse citato altro non è che un divisorio, costituito da una tavola di legno o da un sacco a pelo riempito, da posizionare al centro del talamo.

Tale pratica conseguiva ad una regola, tra le tante, che la comunità Amish[2] doveva rispettare: astenersi dai rapporti sessuali prima del matrimonio.  

L’origine di questa tradizione pare sia da rintracciare nei Paesi Bassi o nelle isole britanniche; in un secondo momento diventa una pratica abituale negli Stati Uniti coloniali, in particolare in Pennsylvania.

Alcuni Nebraska Amish possono ancora praticarlo”[3].

I partner che decidono di impegnarsi in questo rituale, come parte del comportamento di corteggiamento, possono parlare per ore, allo scopo di conoscersi meglio e rafforzare la relazione, ma non possono toccarsi.


[1] Ayzad (2009). Il dizionario del sesso insolito. Castelvecchi editore.

[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Amish

[3] https://www.cebnews.eu/bundling-tradizione/

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Acrofilìa: l’eccitazione ad alta quota.

La locuzione acrofilìa è l’insieme di due parole, acro e filìa.

Acro, primo elemento compositivo di vocaboli, deriva dal greco ἄκρος che significa «punto estremo» o «più alto»[1], come in acropoli, in cui si fa riferimento alla parte più alta della città.

Filìa, secondo elemento compositivo di vocaboli, deriva dal greco  ϕιλία e significa «amore, amicizia», o anche «tendenza, affinità»[2].

Il termine definisce la preferenza, di alcune persone, a considerare molto eccitanti le attività sessuali in ambienti la cui altezza è elevata.

I luoghi privilegiati, nei quali questa esperienza copulatoria più frequentemente si realizza, sono gli aerei e le elevazioni a strapiombo. 

L’amoreggiare in volo ha dato vita al Mile High Club[3],  un’organizzazione mondiale, senza alcuna sede fisica, di cui fanno parte tutti coloro i quali hanno fatto sesso in volo, ad un’altitudine superiore ai 1600 metri.


[1] https://www.treccani.it/vocabolario/acro/

[2] https://www.treccani.it/vocabolario/filia/

[3] Ayzad (2009). Il dizionario del sesso insolito. Castelvecchi Editore.

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Amplesso: l’ingranaggio del piacere

Il termine, deriva dal latino amplexus, derivato di amplecti, “abbracciare”[1]

In ambito sessuale è indicativo di unione carnale, connessione genitale, rapporto sessuale.

Tutti i sensi vengono coinvolti in quello che si può definire ”abbraccio voluttuoso”:

•            il tatto, che esplora le vibrazioni corporee;

•            la vista, che gode dello spettacolo amoroso;

•            l’udito, che coglie i segnali del piacere;

•            l’olfatto, che annusa inebrianti fragranze;

•            il gusto, che assapora il nettare del desiderio.

Infine, la fusione dei corpi che sbocciano nell’idillio,  si intrecciano nell’estasi e raggiungono l’acme della passione.


[1] https://www.treccani.it/vocabolario/amplesso/